Second brand strategy, ecco perché nascono gli operatori virtuali di molte compagnie telefoniche mobile, scopriamo insieme tutti i dettagli di questa particolare strategia di marketing.

Sempre più frequentemente si sente parlare di operatori virtuali, ma cosa sono in realtà? e a cosa servono? per rispondere a queste domande basti sapere che tutti rientrano nella cosiddetta second brand strategy.

Come avete notato, nell’ultimo periodo, soprattutto dopo l’arrivo di Iliad, sono state lanciate due nuove compagnie telefoniche. Da un lato, è arrivata KENA MOBILE, dall’altro HOMa sono davvero in tutto e per tutto dei nuovi brand?

La risposta è no, anzi: altro non sono che dei Second Brand, dei secondi marchi, rispettivamente di TIM e Vodafone. La second brand strategy consiste proprio nel introdurre sul mercato delle nuove compagnie, presentate come nuovi brand low cost e apparentemente non riconducibili al Main Brand. Il tutto viene fatto per cercare di contrastare l’entrata sul mercato di Iliad, offrendo così concorrenza tramite i loro second brand, i cosiddetti operatori virtuali.

Una strategia chiara che pecca inesorabilmente di trasparenza nella comunicazione nei confronti del consumatore.

Scommetto che molti di voi non sapevano neanche che KENA e Ho mobile fossero riconducibili a Tim e Vodafone. Il messaggio che traspare è quello di due operatori nuovi ed economici, da qui il facile abbandono del cliente dal main brand a favore di questi second brand.  Così il cliente ignaro che ha avuto una brutta esperienza con il main brand penserà di rivolgersi a un nuovo operatore non riconducibile alla cattiva esperienza avuta con il suo principale operatore.

Questo strategia, oltre ad una mancanza di trasparenza per quanto riguarda l’identità e la differenza di servizi offerti, rischia di creare confusione e malcontento in un mercato che cerca costantemente di essere il più trasparente possibile.

Ci sono però alcuni operatori che sembrano non ricorrere alla second brand strategy ma, anzi, mostrando piena trasparenza e rispetto nei confronti dei propri clienti e del mercato in generale. Diametralmente opposto è infatti l’atteggiamento di WindTre che consolida sempre di più i posizionamenti dei propri brand commerciali senza l’ausilio di questo processo di entropia chiamato second brand strategy.

E voi cosa ne pensate? è un’operazione di marketing accettabile o pecca inesorabilmente di trasparenza? fatecelo sapere come sempre nei commenti e sui nostri social.